A quel diavolo...


T’incontro in me stesso
più lesto che sesso
mi fai scomparire
ogni volta il tuo male.


Mi penso un possesso
mi sento te addosso
rimango un po’ affranto
mi dici che posso...


Ti guardo e sorridi,
mi guardo e scompari,
riappari festante
se non faccio niente.


Mi incanti per gioco
mi fai divertire
mi dici: che male
se tu vuoi sognare?


Intanto divengo
da te travestito,
lo sguardo,il mio cuore,
la mente e l’udito.


Ma intanto la vita
a te relegata
mi dice che un Altro
me l’ha regalata.


Ripassi e riprendi
le cose a cui penso
mi riempi di tanto
ma mai d’ogni senso.


Rimane la sete
d’un vero sorriso
che cerca la fonte
più in là del tuo dito.


Ricado tuo schiavo
più spesso che mai,
ma sento il respiro
e vedo che vai...


...Mi chiedo se adesso
con queste parole
ti dico:ci sei,
ma c’è anche il Signore.

Bibbia


Nell’orma del Padre
camminando
nell’essere figlio.

Bimbo sulla piazza


Cammina
e barcolla
afferrandosi a terra
le mani ricercan qualcosa per sé.
 

Osserva la mamma
lei intanto discorre
di fronte all’amica del tempo che fa.

Rincorre
i piccioni
ridendo contento
poi cade e la terra l’accoglie su sé.

E sente
la mamma
che accorre sgridando
parole incomprese, ma il pianto già
c’è.

Si stringe
alla gamba
nasconde il suo volto
lo culla la mamma, si calma ora lui.

Ritorna
alla piazza
che accoglie la sfida
la grande avventura
riparte di già.

Buio

Lo sguardo che
annaspa
in cerca d’appiglio
non trova che me
e l’emozione di figlio.
 


Cimitero

Silenzio
turbato da quel chiacchierìo
che molto ha di nostro e che poco ha di Dio.

Si scambia
con l’altro una qualche parola
preghiera che sale, discorso che vola.

Ripongono
i fiori le donne e i bambini
ricordano i nonni, gli amici e i vicini.

Riguardan
le tombe addossate al sentiero
ripensan le cose vestite di nero.

Sbiadita
è la foto del vecchio parente;
di lui resta poco, un vago o più niente.
Ripeton
la prece ogni volta alla tomba
si tiene per mano la mamma la bimba.

Salutan
dal fondo i cari scomparsi
riguardano là, a quei ceri riarsi.

Uscendo
e tornando da quel cimitero
riportan nel mondo il valore più vero.

Si scambian
la vita e la morte il saluto;
chi resta ormai tace, chi parte ha veduto.

Clown

Seduto lì triste ed assorto
fissando e sognando
là intorno
quel circo che il mondo
gli porta
ed è ancora lontano da lui...

Vorrebbe portare la gioia
giocando nel fondo di sé
profondo
ma grigio è ora il suo sguardo
i colori non sono più il clown.


Il circo del mondo
lo gioca
e lo rende più triste che mai
il mondo del circo
non vale se triste anche ora tu sei.

Si asciuga
il pianto che scende
chissà che direbbe la gente
se adesso apparisse così!

Si guarda le mani ormai stanche
Si osserva le dita un po’ tinte
del triste suo volto che adesso
è più fuori che dentro di lui.
 
Riprende di nuovo la scena
ritorna la stessa domanda
ma il dubbio diventa una danza
sorride ora il cuore del clown.

Contemplazione

Grande l’opera delle tue mani
potente l’azione delle tue parole
ma infinita è la creazione che trabocca dal tuo silenzio
o Dio.